La cura della coppia attraverso la cura dell’individuo significa prendersi cura non solo delle dinamiche relazionali che intercorrono fra le parti, ma anche e soprattutto dei vissuti psichici, sovente inconsci, che la coppia evoca nell’individuo e di come questi, nella relazione con l’altro, si incontrino e si scontrino, generando attrazione e conflitto.
Dinamiche relazionali e vissuti personali
Tali vissuti si innestano al nucleo più profondo della persona a partire dall’esperienza ch’egli, o ella, abbia avuto della relazione genitoriale, in qualità di figlio a propria volta generato da una coppia di individui.
È importante, di conseguenza, tanto per il terapeuta quanto per i pazienti, aver sempre bene in mente che la coppia è anzitutto costituita dall’incontro fra due individualità. Alberto Eiguer, psichiatra e psicoanalista, presidente della società francese di Terapia Famigliare, ci ricorda quanto sia facile e, anzi, finanche invitante, ignorare l’individuo qualora si parli di coppia, “dal momento in cui si vogliono trovare nella famiglia normale i segni e dell’arcaismo e della monotonia fusionale che sono propri dei nuclei [famigliari] disturbati” (1983).
Riconoscimento dell’individualità
In parole più semplici, la coppia non può sostituirsi ai singoli individui che la compongono, in quanto ciò nega la valenza delle parti che vi sono coinvolte. O ancora: coppia è maggiore della somma delle parti e tuttavia tale alchimia può accadere unicamente affermando, non negando, l’unicità dei membri di cui si compone.
Quel che è accade, qualora vengano negate le individualità, è che si instauri una relazione in cui, da ambo i lati, i partner vengano inconsciamente ridotti a proiezione narcisistica dei propri desideri, aspettative, timori… Tutte quelle parti fragili del Sé, che cercano soddisfazione nella relazione con l’altro. È quindi innanzi alla quotidiana evidenza che il proprio compagno non possa reggere al confronto con le proprie aspettative, che insorge rancore, che a propria volta fonda conflitto in relazioni in cui risulti al limite del possibile pensarsi senza l’altro.
Nuovamente, Eiguer (1983) ci aiuta a gettare luce sul nostro mondo relazionale, riprendendo un concetto già introdotto da Freud (1905), quindi definendolo con precisione: “[…] scelta per cui l’uomo e la donna vanno alla ricerca di un partner che permetta loro di trovare un appoggio (madre o padre dell’infanzia) […] propone una relazione complementare infantilizzante per l’uno e una relazione che riaccentua il ruolo parentale per l’altro”.
Ruolo del terapeuta nella cura della coppia
Compito del terapeuta sarà dunque quello di figurare quale terzo, al fine di spezzare la “monotonia fusionale” della coppia alla cui base si instauri un gioco di identificazioni reciproche.
È bene, ad ogni modo, rammentare anche che la cura della coppia attraverso la cura dell’individuo, con la terapia non debba essere necessariamente volta a riunire i partner. Ogni viaggio è un viaggio a sé e, talvolta, esso può quel difficilissimo compito di una separazione inaccettabile, ma necessaria.
Dr Luca Pastrello
Psicologo
Bibliografia
– Eiguer, A. (1983). Un divan pour la famille – Du modele groupal a la thérapie familiale psychanalytique. Èditions du Centurion, Paris. Ed. italiana: Un divano per la famiglia – Dal gruppo alla terapia familiare psicoanalitica. Borla, 1986
– Freud, S. (1905). Drei Abhandlungen zur Sexualtheorie. Leipzig und Wien: Franz Deuticke